Giovedi Santo

Con la celebrazione in “Cœna Domini” si rievoca il rito della lavanda dei piedi di Gesù agli apostoli e l’ultima cena con l’istituzione dell’Eucaristia.

A questo rito, in passato, partecipavano nella chiesa di S. Stefano i confrati che avevano rappresentato il dramma della Ramaliva, con gli stessi costumi della sacra rappresentazione.

Dopo la Comunione,l’Eucaristia viene ripostanell’altare della reposizione (impropriamente detto “Sepolcro”), il quale viene chiuso e la chiave affidata a un bambino che la custodirà nella propria casa, per riconsegnarla durante la liturgia del Venerdì Santo.

Questo gesto ha un profondo significato: enfatizza la purezza del bambino e, di conseguenza, gli viene riconosciuta la dignità a essere custode di quella chiave, che è il sigillo del tabernacolo.

Fino a qualche anno fa veniva rappresentato il momento della rievocazione dell’ultima cena, in silenzio, durante il quale i confrati ripetevano i gesti che Gesù fece quella notte.

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